Che cosa è
Il cerchiaggio è una banda solida in silicone posta intorno alla circonferenza oculare, al fine di riparare un distacco di retina.
Per comprendere l’utilizzo del cerchiaggio è opportuno spiegare brevemente la genesi del distacco di retina.
Nel distacco, la retina è separata dalla sua parete. Come una carta da parati dal suo muro, Nella maggioranza dei casi questo avviene a causa di una rottura, un foro, nella retina stessa. Attraverso il foro, il liquido presente normalmente all’interno dell’occhio si riversa dietro la retina distaccandola. Per causare il distacco ‘e inoltre necessario qualcosa che tenga aperta la rottura o il foro: il vitreo. Il vitreo può essere immaginato come un braccio che tira la carta da parati via dalla parete, in direzione del centro della stanza. Per evitare che ciò accada due sono le possibili soluzioni. Rimuovere la causa dall’interno o dall’esterno. L’unica maniera per agire dall’esterno è avvicinare la parete al centro della stanza, in modo da controbilanciare la trazione che tiene la retina staccata. Una volta eliminata la trazione, delle pompe, presenti nella parete oculare baderanno a riattaccare la retina, risucchiandola.
Tramite il cerchiaggio la parete dell’occhio è quindi avvicinata nuovamente alla retina, riparando il distacco.
La chirurgia episclerale del distacco di retina ‘e quindi una chirurgia ab externo, che agisce cioè lavorando sulla parete esterna, bianca, dell’occhio, la sclera. Si contrappone alla vitrectomia, che si esegue invece all’interno dell’occhio. In alcuni le due procedure possano essere combinate.
La Procedura
Per apporre il cerchiaggio intorno all’occhio, bisogna innanzitutto esporre la sclera, aprendo la congiuntiva. La congiuntiva è la membrana mucosa trasparente che ricopre la porzione anteriore del globo. La sclera è la parete esterna sulla cui superficie interna poggia la retina.
Isolati i muscoli oculari, una banda circolare di vario spessore è passata intorno all’occhio, totalmente, o in parte. Per tenere il cerchiaggio in posizione e fornirgli la giusta tensione, sono apposte delle suture. Il cerchiaggio tuttavia, non è in genere in grado di chiudere da solo la rottura o le rotture retiniche. Sono necessari dei piombi, in altre parole degli altri pezzi di silicone che apposti proprio in corrispondenza dei fori, ne determinino la chiusura, contrapponendosi alla trazione esercitata dal vitreo, all’interno dell’occhio.
Le rotture non piu’ sottoposte a trazione consentono alla retina di riaccostarsi alla sua parete. Per evitare la riapertura delle rotture, queste sono ulteriormente trattate con il crio (un trattamento a freddo), in modo da creare una cicatrice saldante tra la retina e gli strati sottostanti.
Per facilitare poi il riassorbimento del liquido che tiene staccata la retina, è possibile inoltre praticare ala cosiddetta puntura evacuativa. Il fluido è direttamente drenato fuori dall’occhio attraverso un microforo sula parete oculare esterna. Infine, secondo i casi, puo’ essere utilizzata una bolla di aria o di gas a fine intervento, in modo da tenere la rottura libera dal contatto con l’acqua per il tempo necessario alla sua chiusura, oppure per ridare pressione all’occhio a seguito della puntura evacuativa. L’utilizzo della bolla di aria o di gas, richiude in genere il posizionamento della testa del paziente in modo che il punto, dove si trova la rottura, sia situato in alto.
Prognosi
La probabilità di successo della chirurgia episclerale nel distacco retinico è alta, intorno all’80-90%. La chiave risiede nella selezione dei casi. Il cerchiaggio è la chirurgia ideale nel paziente giovane, nel paziente che ancora non è stato sottoposto a chirurgia della cataratta, e nel paziente con distacco di retina medio – facile. Situazioni piu’ complesse sono oggi meglio affrontate con tecniche ab interno di vitrectomia.
La chirurgia episclerale presenta però svariati vantaggi rispetto alla vitrectomia. E’ meno invasiva, perché non lede la porzione interna dell’occhio. Non è causa di cataratta. Richiede una spesa minima se paragonata alla chirurgia ab interno.
Tuttavia è sicuramente piu’ laboriosa, piu’ difficile e piu’ lunga. Inoltre non è possibile affrontare i casi piu’ complessi di proliferazione vitreoretinica, almeno non quanto con la vitrectomia.
I rischi specifici di questa procedura, oltre alla possibilità d’insuccesso chirurgico con persistenza del distacco retinico, sono rappresentati dalla diplopia per lesione dei muscoli oculari, dall’incarceramento della retina a causa di una puntura evacuativa inaccurata, e dai problemi retinici legati al mal posizionamento del cerchiaggio.